Il mio diario di viaggio – 2^ parte – in Sudafrica l’Apartheid esiste ancora

Se credi che l’Apartheid sia finita insieme alla prigionia di Mandela, ti sbagli.

Prima di partire per il Sudafrica, mi sono letta un paio di guide turistiche tra cui una scritta da un giornalista indipendente.

Tutte e due le pubblicazioni erano ottimiste nel dire che oramai in Sudafrica la convivenza tra bianchi e neri è serena e non ci sono più differenze etniche e di razza.

Nei giorni trascorsi a Città del Capo, purtroppo mi sono accorta del contrario.

Sebbene non esistono più i famosi “lasciapassare” quei documenti che individuavano i sudafricani sulla base della loro etnia e li confinavano in alcune zone delle città piuttosto che in altre, la stragrande maggioranza dei neri purtroppo continua a vivere confinata nelle note “township”, quartieri e sobborghi in cui vivono milioni di neri, in baracche o case prefabbricate.

Camminando per le vie di “Langa” (che significa Sole) la più antica township di Città del Capo, la guida, una giovane studentessa del posto, ci porta a vedere come la vita trascorra in questi posti. Ci mostra come ben due famiglie vivano all’interno di una baracca di 3 mq. Si hai letto bene, tre metri quadri, per due famiglie con bambini. Entrando in questa baracca di lamiera vedo da un lato un letto a castello matrimoniale e dall’altro lato una misera cucina a gas. I bambini dormono per terra.

Non c’è acqua corrente ed i bimbi giocano con pezzi di legno o sassi davanti alle porte delle loro case. Ci sorridono e comprendono per mano. Restano con noi per tutta la passeggiata sperando di avere qualche moneta o caramella da noi turisti. Ci hanno detto che questi posti vanno visitati di mattina, quando sono più o meno vuoti perché gli uomini vanno a lavorare. La sera diventano sempre pericolosi, per il gran numero di persone che li abitano.

Non è la prima volta che vedo un villaggio africano, ma vedere questi sobborghi mi ha fatto davvero molto rabbia, non per la povertà ma perché mi sono resa conto di come questa gente sia tenuta a bada da promesse non mantenute.

La mia rabbia è cresciuta soprattutto dopo aver parlato con gente del posto che oramai, da oltre 50 anni, aspetta che il governo li tolga dalle baracche e costruisca case per loro.

Purtroppo ciò non è accaduto e non accadrà mai perché il governo è corrotto e tutto il denaro che servirebbe per “eliminare” definitivamente l’apartheid e dare ai neri la libertà vera, finisce nelle tasche di politici ladri.

Nel 2018 milioni di neri continuano a vivere nelle baracche senza acqua corrente, senza igiene e senza avere la possibilità di elevarsi socialmente.

La fine dell’apartheid è stata decretata solo formalmente nei libri o in televisione ma non sostanzialmente ed i bianchi continuano a vivere liberi mentre i neri sono schiavi di un sistema che mai li libererà.

Mandela ha speso la vita per un sogno che purtroppo non si è realizzato.