Il difficile mestiere del genitore


Oggi è il sabato prima dell’apertura delle scuole. Genitori e figli in giro per negozi a comprare zaini, diari e scarpe da ginnastica.

Anche io mi sono adeguata alla massa e, dopo aver scoperto che la Juve ha tre divise, 😂😂😂, sono andata a pranzo in una pizzeria del centro commerciale in cui mi trovavo.

Quello che ho visto è stato aberrante: genitori digitalmente distratti e bambini, con il ciuccio in bocca, con iPhone e tablet vari che si trastullavano mentre aspettavano il pranzo.

A tavola non una parola.

La cosa è sconvolgente, non si può crescere un figlio in questo modo.

Nel mio lavoro, spesso vengo a contatto con genitori e bambini e, con il passare degli anni, posso dire che c’è una tragedia silenziosa in atto nelle nostre case e riguarda il nostro bene più prezioso: i bambini.

I nostri piccoli si trovano in uno stato psicologico devastante.

Spesso mi trovo a parlare con genitori e pedagogisti che da 15 anni hanno assistito ad aumento dei disturbi mentali dei bambini quasi a livello di una vera e propria epidemia.

Leggendo le statistiche ci si accorge che

* 1 bambino su 5 ha problemi di salute mentale

* I disturbi dello spettro ADHD (deficit di attenzione/iperattività) sono aumentati del 43%

* Fra gli adolescenti, la depressione è aumentata del 37%

* Nei ragazzi tra i 10 e i 14 anni, i suicidi sono aumentati del 200%.

Tutto questo perché non troviamo il tempo di staccare la mente da tutto il resto, quando siamo con loro. Partendo da questo dato allarmante mi sono messa in discussione anch’io come madre e ho riflettuto su quale fortuna si ha nel diventare genitori.

Noi possiamo cambiare queste statistiche.

Ho sempre pensato che crescere un figlio fosse davvero un privilegio enorme.

Essere artefici di quello che lui o lei diventerà come uomo o donna di domani è una responsabilità enorme.

Poi, con il passare del tempo, è entusiasmante rendersi conto di ascoltare dalle sue parole una visione del mondo che prende forma e che è diversa dal nostro modo di pensare.

Constatare di non dover più rallentare per camminare al suo fianco è particolarmente bello.

Poi un giorno lui diventerà più alto di noi e allora ci renderemo conto che non dovremo più proteggerlo.

Quella che sembrerà una perdita invece sarà una vittoria, e noi lasceremo andare quel figlio con il bagaglio di certezze e amore che abbiamo contribuito a fornirgli.

Questo è il difficile mestiere di un genitore.

Un mestiere che se, svolto coscientemente, ci porterà a guardare nostro figlio, con gli occhi lucidi e ad essere orgogliosi di lui e di noi stessi.