Il mio diario di viaggio – ultima parte – il Safari

L’odore della savana è inebriante soprattutto per chi, come me, viene a fare un safari in Sudafrica per la prima volta.

Il Safari non è una semplice vacanza ma è qualcosa di più.

Vivi tre giorni a stretto contatto con un ranger, un uomo o donna che ha votato la propria vita alla savana e agli animali che la popolano.

Onestamente credevo si trattasse di semplici gite. Non è così.

Quando mi raccontavano cosa fosse un safari non immaginavo le emozioni e le sensazioni che puoi provare avendo un leone a un metro di distanza e senza alcuna protezione.

I racconti sono una cosa, vivere sulla propria pelle certe sensazioni è un’altra.

Quest’anno ho deciso di fare questa esperienza.

Oggi, prima di ripartire, abbiamo fatto un ultimo giro in cerca di un leopardo, unico animale che non abbiamo visto in questi giorni.

Ed è stata un’esperienza davvero fantastica, ora posso dire che soffro davvero di mal d’Africa.

In questo articolo cercherò di farvi vivere le sensazioni e le emozioni di un game drive (così si chiamano le uscite in jeep alla ricerca di animali).

Da Johannesburg abbiamo preso un piccolo aereo monoelica verso Madikwe Game Reserve, una riserva malaria free che si trova al nord del Sudafrica, al confine con il Botswana.

Un ranger (la guida nella savana) ci è venuto a prendere con un fuoristrada da Safari ed è stato immediatamente spettacolo!

Giraffe e zebre in ogni angolo.

Un grande zoo all’aperto, ma senza gabbie.

Tutti gli animali liberi.

Chi vuole fare Safari in maniera approfondita deve pernottare in un lodge, tipica struttura ricettiva in Africa.

Costruito al bordo di un piccolo lago, questo lodge offriva la possibilità di vedere elefanti, zebre, gnu o antilopi dal balcone della camera da letto.

Si tratta di un complesso di capanne ed un corpo centrale che può essere una tenda o una grande capanna.

Tutto con i massimi confort che mai ti aspetteresti nella savana.

Unico imprevisto, le piccole scimmie che in qualsiasi modo cercano di prendere il cibo o cose luminose che trovano in stanza, se ti dimentichi di chiudere la finestra.

La vita qui inizia alle 5 del mattino con la sveglia del ranger che ci guida durante tutti i Safari.

Una telefonata e giù dal letto.

Un caffè veloce e avvolti da una coperta,  muniti di una macchina fotografica, alla volta della savana partivamo alla ricerca dei big five.

I big five (grande operazione di marketing) sono i 5 grandi animali d’Africa che si deve cercare di vedere e fotografare nella savana, durante i Safari: leone, leopardo, rinoceronte, bufalo ed elefante.

Li abbiamo visti quasi tutti, ad eccezione del leopardo che ci è sfuggito in più di un’occasione.

L’adrenalina sale a mille quando entri con la jeep tra gli arbusti, le rocce e la bassa vegetazione e poi ecco il re della foresta a due passi da te.

Inutile dire che la prima volta ero paralizzata, proprio quando la belva si è avvicinata alla portiera della jeep scoperta e senza vetro.

Questi animali sembravano non considerare la nostra presenza. Vagavano liberamente vicino a noi, senza mettersi sulla difensiva.

Devo dire che ho assistito a svariate scene di caccia, ho visto famigliole di elefanti o leoni felici.

Una mamma elefante che allegramente vagava con la sua proboscide appoggiata sul dorso del figlioletto.

Verso le otto del mattino il ranger trovava un posto “tranquillo” ed in pochi attimi organizzava una piccola pausa caffè…immancabile l’amarula, tipico liquore africano, fatto con un frutto che dicono faccia ubriacare gli elefanti, quando lo strappano dagli alberi.

la gita riprendeva alla ricerca di altri animali fino alle 9,30 circa quando si rientrava infreddoliti nel lodge per una grande colazione.

Durante le ore calde si dormiva o si passeggiava all’ombra degli alberi secolari del lodge fino alle 16,00, quando dopo una piccola merenda si saltava sulla jeep e l’avventura riprendeva.

Non dimenticherò mai il mio primo Safari notturno.

Il ranger guidava tra gli arbusti della savana alla ricerca ossessiva di un leone. Io avevo paura che la macchina si rompesse o si rovesciasse e noi finissimo su tutti i giornali per essere stati sbranati da un branco di leoni.

Ora se ci ripenso, mi viene da ridere.

Il Safari notturno veniva sempre interrotto da un piccolo aperitivo che il ranger preparava in un momento di pausa, in pochi attimi, apparecchiando un tavolo pieghevole e mettendoci sopra ogni bevanda possibile.

La sera si rientrava nel lodge e seduti al tavolo  davanti ad un barbecue di antilope o struzzo e si commentava la giornata trascorsa, come fossimo una grande squadra.

La mia avventura in Sudafrica si conclude con un gran bel ricordo di albe e tramonti che solo qui puoi vedere.

Si conclude con delle immagini di animali feroci che porterò sempre con me e soprattuto si conclude con una gran voglia di tornare. ❤️🇿🇦