STUDIO LEGALE
SCAFETTA

Storia di un padre, ingannato dal legale, che non riusciva a vedere la bimba.

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affido condiviso

Per sei anni ha combattuto due guerre.

Quella contro sua moglie, che le aveva strappato la figlioletta portandola in Polonia, nel suo Paese, e quella contro una giustizia che aveva il volto di un avvocato che non ha fatto ciò che doveva.

S.I., ascolano 40enne, era convinto di essersi ormai separato dalla donna e che la battaglia per avere sua figlia fosse in mani sicu re. E invece, solo oggi, a distanza di anni, potrà ottenere l'affida mento condiviso e la separazione, con un nuovo legale che in sei me si lo ha liberato da un vero e pro prio incubo.

L'avvocato Michela Scafetta, che, prendendo le redini della situazione, ha scoperto la storia di questo padre separato.

Non una storia qualunque, ma una di savventura che ha dell'assurdo e che porterà il protagonista a un'azione civile di responsabilità professionale contro il legale asco lano che per anni, dice, gli ha "rovinato la vita".

Tutto inizia nel 2003, quando l'uomo, allora 30enne, sposa una 39enne polacca da cui avrà una figlia. L'idillio dura poco: nel 2006, racconta il padre della bambina (ormai oggi Hen ne), cominciano i problemi: "Lei voleva tornare in Polonia, e una bella sera - spiega - dopo la mia ferma opposizione, approfittando del mio turno di lavoro, ha caricato mia figlia in un furgone utilizzato per il contrabbando di sigarette dal suo Paese, e l'ha portata via. Senza passaporto e violando le regole".

L'uomo denuncia subi to la moglie per sottrazione di mi nore, e si affida a un avvocato di Ascoli sia per riavere la bambina e ottenerne l'affidamento esclusivo, sia per avviare le pratiche per la se parazione.

E qui comincia un'altra odissea: "II tempo passava - racconta - e non avevo notizie né sulla separazione, né sull'affidamento di mia figlia, che ho potuto vedere una volta l'anno, andando in Polonia e barattandola con regali e denaro che la madre pretendeva per farmi passare del tempo con lei.

Nel frattempo il mio ex legale mi diceva che le cause venivano rinviate, ogni volta inventava una scusa per prendere tempo, con messaggi su Facebook, malori improvvisati e tamponamenti. E tutto ciò con parcelle che pagavo regolarmente".

Finché, l'anno scorso, S.I. si è rivolto all'avvoca to Scafetta, e insieme a lei ha sco perto che nessuna causa di separazione, né tanto meno la battaglia per l'affidamento della bimba, erano mai iniziate.

Oggi, a distanza di sette anni, l'iter è iniziato: "Finalmente il 6 marzo - fa notare l'avvocato Scafetta - il mio assistito otterrà l'affidamento condiviso della figlia, che potrà vedere regolarmente e senza ricatti.

Tra l'altro in questi anni ha sempre paga to un assegno di mantenimento pari al doppio di quanto stabilito dalla giustizia polacca, pur di garantire il suo benessere".

Il 40enne, che oggi ha una nuova compagna, attende ora la separazione per risposarsi, e ha rinunciato all'affidamento esclusivo della figlia: "Ormai da tanto tempo è in Polonia - conclude - ha i suoi amici e la sua vita, e non intendo sradicarla da quella realtà".

Potrà però riabbracciarla con serenità, nei tempi e nei modi stabiliti dalla giustizia.

FOCUS

Chi sbaglia?

"Troppo spesso si punta l'indice contro i tempi lunghi della giustizia. Ma questa storia ci insegna che anche qualche avvocato ha delle responsabilità sulle vicende che si trascinano per anni".

Così, l'avvocato Michela Scafetta, commenta la fine dell'odissea del 40enne ascolano che per anni ha avuto fiducia in quella giustizia dove "Terrore è dietro l'angolo", aggiunge il legale.

Oltre ad ottenere l'affidamento condiviso della figlia, ormai tra pochi giorni, e a dare inizio finalmente alla causa di separazione dall'ex moglie polacca, l'uomo è intenzionato infatti ad andare fino in fondo nei confronti del suo ex avvocato, contro cui avvierà un'azione civile di responsabilità professionale.

"Non riesco a capire perché mi abbia preso in giro in tutti questi anni - aggiunge il 40enne - e perché abbia presentato due ricorsi disertando ogni volta l'aula di udienza".

A causa del suo comportamento, conclude "ho perso la possibilità di riavere mia figlia a suo tempo, quando non voleva andarsene dall'Italia e mi è stata strappata. Io pensavo di combattere, mentre qualcuno si prendeva gioco di me".

Valentina Marsella

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