Moltissimi docenti si trovano oggi ad essere destinatari di un provvedimento di mobilità illegittimo, perché in contrasto con i principi dell’ordinamento.
La questione della mobilità è regolata dal comma 108 dell’art.1 della legge 107/2015 e dall’accordo contrattato tra la Pubblica Amministrazione e i sindacati.
Tale contrattazione da un lato ha previsto:
Nella pratica si sono verificate le seguenti situazioni anomale:
Lo stesso MIUR, davanti a tanta evidenza, ha ammesso la presenza di “qualche errore”.
Il disastro creato dall’algoritmo utilizzato per gestire le operazioni di mobilità, ha portato a innumerevoli richieste di conciliazioni, la maggior parte delle quali non sono state esaminate.
L’algoritmo criptato ha spedito “come pacchi” insegnanti con punteggi più elevati nei posti più remoti e insegnanti con punteggi inferiori vicino casa.
Con la legge 107/2015 migliaia di docenti sono stati obbligati a scegliere di entrare in ruolo con una procedura criptata che non ha tenuto conto né dei punteggi, né delle preferenze.
Tale condotta amministrativa ha creato disparità e una violazione dei principi di imparzialità e di buon andamento della pubblica amministrazione, disponendo il trasferimento forzato di chi ha sempre lavorato nella propria città.
Per quanto sopra, visti gli esiti positivi avuti in diversi tribunali d’Italia, ci sentiamo di consigliare a chi si trova nelle situazioni sopra indicate di procedere per le vie legali per vedere riconosciuto il proprio diritto.
In caso di esito positivo del Ricorso, dimostrando la correttezza delle richieste presentate, i docenti otterranno una cattedra nell’ambito territoriale richiesto.
Il Miur provvederà ad assegnare la corretta titolarità utilizzando i posti dell’organico ancora disponibili dopo le operazioni e se necessario i posti dell’organico di fatto.
In base a quanto sopra, in mancanza di iniziativa, i docenti assegnati dall’algoritmo resteranno nel posto di assegnazione.
Al contrario, i docenti danneggiati, che hanno effettuato con esito positivo una conciliazione o un Ricorso al Tar, verranno reinseriti nella provincia richiesta.
L’azione legale viene svolta attraverso ricorsi individuali innanzi al Tribunale del Lavoro del luogo in cui il docente svolge attualmente servizio scolastico.
Il costo del ricorso è di € 1.800,00 + iva e cpa.
In caso di reddito familiare superiore a 34.585,23 euro, alla somma suddetta va aggiunto il contributo unificato di € 259,00.