Ricorso test medicina
Il 6 settembre 2016 in tutta Italia si sono svolti i Test di Medicina e Chirurgia, per novemila posti disponibili.
I circa 63.000 iscritti al Test hanno atteso l’uscita del punteggio ottenuto e delle graduatorie.
Come tutti gli anni, troppe le anomalie, le irregolarità e le scorrettezze riscontrate.
Tutti coloro che non sono stati ammessi alla facoltà di medicina o non hanno ottenuto un punteggio adeguato nella graduatoria hanno il diritto di ricorrere innanzi al TAR Lazio.
Sotto il profilo prettamente giuridico, si sono verificate evidenti violazioni del bando.
Ad esempio, il decreto 312/2016 sulla validazione delle domande del test, prevede espressamente per i membri della Commissione l'obbligo di segretezza circa il contenuto delle domande.
Tale obbligo non è stato assolto.
Il ricorso al Tar, se accolto, può offrire l’accesso alla facoltà di Medicina anche se al momento il proprio nome non appare in graduatoria.
Negli anni passati non sono mancati i casi in cui i giudici hanno accolto il ricorso di migliaia di aspiranti medici che, grazie alle sentenze che hanno invalidato la procedura d’esame, si sono potuti iscrivere regolarmente al corso di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia.
Quest’anno il Tar del Lazio ha già emesso i primi provvedimenti di accoglimento dei ricorsi degli studenti che hanno superato il test di ammissione alle facoltà di Medicina ma che non sono stati ammessi per non aver sottoscritto la scheda anagrafica, in considerazione della circostanza che “le esclusioni non possono intervenire per motivi formali e si ritiene che la mancata sottoscrizione della scheda anagrafica sia una condizione inidonea a porre in dubbio l'identificazione del candidato”.
Motivi del ricorso
I motivi per cui poter presentare ricorso contro l'esito del test d'accesso alle facoltà di medicina sono molteplici, tra questi i principali sono:
- Domande copiate da altri test: disparità di trattamento, di trasparenza nonché mancata attuazione delle misure di controllo durante la prova. Nel DM 546/2016 si fa riferimento solamente alla necessità di imparzialità del compito, pertanto l’ingiustizia subita da molti studenti è difficile da dimostrare. Pertanto, per ora, non volendo speculare ne illudere alcuno, attendiamo a ricorrere per questo motivo.
- Domanda e Risposta n. 16: in prima battuta il Miur aveva indicato come risposta esatta la A. Successivamente, date le tantissime segnalazioni relative alla non univocità della risposta, il Miur al momento della pubblicazione dei punteggi in forma anonima, ha assegnato a tutti i concorrenti 1.5 punti, i quali inevitabilmente hanno influito sulla graduatoria. Tale domanda ha generato molta confusione, penalizzando molti studenti. Pertanto per tutti gli studenti, che hanno risposto correttamente secondo la prima valutazione del Miur, e si trovano ingiustamente nei posti immediatamente successivi agli ultimi ammessi, è consigliabile adire le vie legali.
- Mancata identificazione dei candidati che hanno svolto la prova: la mancanza firma della scheda è una mera dimenticanza che non può limitare il diritto allo studio. Se nella scheda compaiono tutti i dati anagrafici, la mancanza della firma è un vizio formale non sostanziale.
- Posti rimasti liberi, perché lasciati a disposizione degli studenti extracomunitari: il Miur all’art.10 co.3 del bando specifica che: “i posti eventualmente non utilizzati nella graduatoria dei cittadini extracomunitari residenti all’estero non potranno essere utilizzati a beneficio dei cittadini comunitari e non comunitari di cui all’art 39, co.5 del Dlgs 286/1998 (…) la graduatoria dei corsi di cui agli articoli 2, 4, 5 e 6 si chiude con un provvedimento ministeriale da emanarsi entro e non oltre la conclusione delle attività didattiche del primo semestre accademico, al fine di consentire agli studenti di raggiungere la frequenza obbligatoria minima per poter sostenere i singoli esami. Gli eventuali posti che alla data della chiusura della graduatoria dovessero risultare non coperti, anche a seguito di rinunce successive all’immatricolazione non vengono riassegnati”. Quanto previsto, avrà come ovvia conseguenza il fatto che in tutta la graduatoria nazionale rimarranno dei posti liberi, comportando una diminuzione degli studenti iscritti rispetto allo stesso numero dei posti messi a bando. In un momento storico come questo, tale previsione risulta assurda.
Modalità e scadenze
Per il ricorso ci sono delle scadenze da tenere a mente: non devono passare più di 60 giorni (compresi i festivi) dalla pubblicazione della graduatoria.
Si tratta di un Ricorso collettivo al Tar Lazio.
Prima di provvedere alla stesura del Ricorso, occorre presentare Istanza di accesso agli atti, per ottenere la documentazione utile a dimostrare le irregolarità.
L’Amministrazione pubblica avrà 30 giorni di tempo per fornirci quanto richiesto.
Lo scopo di questo ricorso è ottenere la riammissione in graduatoria e, qualora raggiunto un punteggio utile, essere assegnati in una delle sedi utili.